3. Il bosco
Il cammino è sempre stato uno dei migliori strumenti per nutrirsi di spiritualità. È come se il corpo fisico desse ritmo al percorso interiore. Il cammino è movimento a misura d’uomo, consente di arricchirsi osservando e ascoltando, obbliga a fare un passo dopo l’altro. Ed è metafora dell’intima necessità di procedere nella vita.
Qui il tragitto è notevolmente scosceso: circa 110 metri di dislivello dal piano della valle al santuario. Le cronache di epoche lontane ci parlano di salite effettuate in preghiera, ginocchioni, sgranando rosari e invocando Maria. Ma anche oggi, come gli obiettivi più grandi si raggiungono soltanto con passione e fatica, così ciò che davvero conta necessita di uno sforzo. E cosa c’è di più importante e decisivo dell’incontro colui che chiamiamo Dio?
Tocca a noi decidere e scegliere. Come qui nel bosco, tra scala e strada, tra passo veloce e lento, tra Via Crucis e gioia per la bellezza dei colori della natura. Senza paura, perché la Vita è con noi.
Tra storia ed arte
Questo terreno è lasciato da Pietro Garino nel testamento del 1651 a beneficio della Cappella che ha fatto costruire sul luogo dell’apparizione con la proibizione di «tagliar boschi», ma solamente raccoglierne i frutti («Il fino, l’impaglio e le foglie»).
La via di accesso ben presto diventa una lunga scala di 366 gradini (uno al giorno, compreso l’anno bisestile). È del 1750 la delibera per la costruzione di una strada che la intersechi lunga 100 trabuchi (circa 300 metri) e larga 6 piedi (circa 2 metri) salvo piazzali e rondò, «con suolo sodo e sponde a pietra, senza concavità né montuosità», utile al transito di «persone e animali».
Negli anni ’80 e ’90 sono stati svolti imponenti lavori per rendere più sicura la strada e per pavimentarla in pietra di Luserna. L’impresa Losero nel 1993 ha edificato la Via Crucis, sul lato a monte della strada. All’altezza della cappella di San Giuseppe la introduce un pilone raffigurante la scena dell’Annunciazione dell’angelo a Maria. Nei tre segmenti più lunghi è a gruppi di quattro stazioni; la tredicesima si trova all’ingresso del piazzale; l’ultima davanti alla facciata del santuario, addossata al muraglione di contenimento del terrapieno. I piloni hanno un basamento semicircolare in pietra locale e un piloncino a forma di croce in pietra di Luserna, con al centro il quadro in bronzo fuso, riproducente l’immagine della stazione.L’attuale scala è invece stata costruita nella seconda metà del XX secolo. I gradini sono diventati 444, più larghi e bassi per agevolare la salita. Due tratti di 27 e 12 gradini che precedono la cappella di San Giuseppe risalgono al 1954. La parte superiore, costruita nel 1954-55, ha un muraglione di sostegno che raggiunge i dieci metri nel punto più alto. E’ suddivisa in forma di rosario intero, cioè tre parti comprendenti ciascuna cinque decine di gradini, più dodici per raggiungere il piazzale. La parte mediana, costruita nel 1968-71 con maggior aderenza alla natura del terreno, per evitare rischi di cedimenti, ha una successione irregolare dei gruppi di gradini, da 7 a 14, per un totale di 160 gradini. Tre grandi rotonde permettono la comoda sosta. La parte inferiore di 82 scalini è stata ultimata nel 1976. Ogni gradino è fiancheggiato da una targa col nome dell’offerente o di chi egli ha inteso ricordare.
Noi umani siamo creature in perenne cammino, siamo viandanti alla ricerca di una terra generosa